Quando una persona non è più in grado di badare a se stessa, può rendersi indispensabile ricorrere a un aiuto esterno,
Purtroppo non è sempre possibile occuparsi in prima persona di genitori o familiari avanti con gli anni e non più autosufficienti, per quanto sarebbe più facile per l’anziano, a livello emotivo, accettare di dover ricevere assistenza da chi conosce bene.
Se a noi spetta dunque il compito di scegliere una badante a Roma che sia, al contempo, professionale e affidabile, alla professionista toccherà il lavoro più difficile: farsi accettare dal paziente.
In alcuni casi può filare tutto liscio: la badante riesce fin da subito ad entrare in sintonia con l’assistito, il quale la prende in simpatia.
In altri casi purtroppo la situazione può risultare complessa. Vediamo come superare un eventuale rifiuto da parte dell’anziano.
Perché l’anziano rifiuta la badante
Il più delle volte non si tratta si semplici capricci dovuti all’età o di una vera e propria antipatia a pelle.
Molto spesso subentra l’orgoglio, il non voler accettare di non essere più in grado di badare a se stessi. In altri casi, si può trattare di un rifiuto nato dal desiderio di avere vicino i propri familiari anziché degli sconosciuti.
Anche la diffidenza nei confronti di chi non si conosce può giocare un ruolo determinante.
Quando poi si è costretti ad assumere una persona convivente, i problemi potrebbero acuirsi. L’anziano potrebbe infatti veder compromessa la propria libertà e considerare la nuova arrivata come un’intrusa o, peggio, una minaccia.
Come aiutare l’anziano ad accettare la badante
Se la persona anziana non ha gravi problemi cognitivi, il primo passo consiste nel parlargli. È importante spiegargli il motivo per cui dovrà accettare la presenza di una persona sconosciuta nella sua vita.
Se possibile, è bene far sì che partecipi alla selezione del personale che dovrà occuparsi di lui. In questo modo potrà scegliere qualcuno con cui si senta in sintonia.
Quando si introduce la nuova persona, soprattutto se l’anziano non ha partecipato alla scelta, è bene presentarla come una conoscente o un’amica, così da abbattere in parte le barriere difensive.
Un periodo di prova potrà inoltre aiutare a valutare l’affinità fra badante e assistito, nonché a favorire un inserimento graduale.