L’Acid Jazz benché abbia già compiuto 30 anni, resta sempre uno tra i fenomeni nuovi, originali, positivi nella storia della musica afroamericana e delle culture giovanili, caratterizzato dalla creatività, dalla sorpresa, dall’innovazione, grazie al lavoro di numerosi gruppi e solisti internazionali.
E’ un genere musicale che vede le sue origini negli anni ’80 in Inghilterra, nacque come esperimento pop con influenze di Jazz, per rispondere alle esigenze di alcuni musicisti, di avvicinare la musica afroamericana con quella da discoteca.
In pochi anni l’Acid Jazz si è imposto a livello internazionale, non solo come un nuovo ed insolito genere musicale, ma soprattutto come un fenomeno culturale, è questa la sua caratteristica che lo rende unico.
E’ un mix variegato dato dalla sintesi e della mescolanza di piccoli generi ancora sperimentali con i migliori stili più conosciuti del passato, come: il jazz, il latin, il rock e l’Hip Hop, con lo scopo di integrare nello stesso tempo ogni possibile elemento musicale contemporaneo.
Al contrario della tendenza del Jazz Rap, che preferiva giocare con le parole, sulla base di musica Jazz, l’Acid Jazz si ispira soprattutto alla componente musicale, infatti insieme agli strumenti tipici quali i fiati, come: tromba, trombone e sassofono, si affianca il basso come protagonista e la tastiera in maniera armonica.
I primi ad interessarsi a promuovere l’Acid Jazz furon Gilles Peterson, un Dj radiofonico che coniò il termine Acid Jazz ed Eddie Piller, non solo attraverso la radio, ma anche nelle serate nei club londinesi.
Sebbene nel tempo abbia perso gran parte del suo fascino, registra sempre un nutrito numero di musicisti e di ascoltatori, che l’ apprezzano.